Ciao Azeglio
Aveva sempre la battuta pronta, come quella volta a Salerno, quando le condizioni meteo non permettevano alla nazionale di scendere in campo per l’allenamento programmato. “Oè, ma facciamoglieli vedere no, questi azzurri a questi giovanotti che sono venuti a salutarci a migliaia!” E così, al vecchio Stadio Vestuti, ordinò che i vari Zenga, Vialli, Mancini, Giannini, Baggio, la “sua” nazionale, si infangassero tutti sotto la pioggia, corricchiando in allenamento lungo quella fascia di campo ricoperta di pozzanghere. Perché tutti potessero vedere e quasi toccare, i loro beniamini. Sia pure irriconoscibili e infangati dalla testa ai piedi. Gli azzurri. “Visto? Gli azzurri sono sempre al servizio della gente!”. Amava chiamare così i suoi ragazzi.
Guidò l’Italia agli Europei del 1988 in Germania, che arrivò fino alle semifinali e soprattutto ai Mondiali di Italia ’90 chiusi al terzo posto senza mai perdere, se non solo ai rigori in semifinale contro l’Argentina di Maradona, in quelle memorabili “notti magiche” italiane dove inseguimmo un sogno, che anche grazie a lui non dimenticheremo mai… Che la terra ti sia lieve mister.